In un’annata segnata da eventi atmosferici estremi, la Langa del Barolo ha avuto la fortuna di essere risparmiata dalla maggior parte di questi. È stata messa a dura prova l’esperienza del viticoltore, che in questa annata ha fatto la differenza qualitativa e quantitativa.
Abbiamo iniziato la vendemmia ai primi di settembre con il Timorasso: uva molto fresca con acidità vibrante e tenore zuccherino nella media. Intorno al 15 settembre è stato il momento dell’Arneis: rese più basse dovute alla grandinata di inizio luglio, ma grande eleganza ed equilibrio.
Sempre a metà settembre è stata ora del Dolcetto: uva molto matura con note fruttate, tipiche di questa varietà storica delle nostre terre.
La Barbera ha completato la sua maturazione verso il 25 di settembre ed è stata una grande sorpresa, soprattutto dal punto di vista organolettico, presentandosi a nostro avviso con un eccezionale potenziale di invecchiamento dovuto principalmente alla freschezza e alla minor concentrazione.
Dal 30 settembre è iniziata la vendemmia del Barbaresco e del Barolo, che si è conclusa per Vietti il 18 ottobre. Alla resistenza, tipica del Nebbiolo, si sono sommate altre caratteristiche che hanno fatto la differenza in una annata come questa. La vite ha infatti saputo reagire e adattarsi in maniera positiva a ogni situazione.
La vendemmia, oltre a essere generosa è stata anche equilibrata in termini di quantità: non accadeva da almeno due anni. Le prime sensazioni sono che i tannini abbiano davvero raggiunto la maturazione completa, caratteristica fondamentale e non scontata che in cantina ci permetterà di poterci muovere liberamente tra le nostre tanto amate vinificazioni a cappello sommerso. Queste ultime favoriscono equilibrio, eleganza e intensità, rispettando i singoli grandi terroirs che abbiamo la fortuna di avere. Stanchi ma molto soddisfatti.