Il progetto Etichette d’Autore ha inizio nel 1974. È allora che alcuni vini Vietti, tra i più rinomati, vengono vestiti con opere originali create appositamente da un artista e ispirate al vino di quell’annata particolare, in edizione limitata.
“Un vino dotato di questo fascino deve avere qualcosa di più di un’etichetta che sia un semplice pezzo di carta”. È davanti a una bottiglia di Barolo Rocche del 1961, condivisa tra amici, che Luciana e Alfredo decisero di unire le due cose che amavano di più: vino e arte.
Il progetto “I grandi vini con etichetta d’Autore” inizia così: il pittore di fama internazionale Claudio Bonichi, da una tavoletta di pero del Giappone, ricava l’incisione di due figurine nude, il barbaro che rapisce la barbaresca, giocando sull’omonimia con il vino che quell’etichetta sarebbe andata a vestire, un eccellente Barbaresco Masseria 1971. Le regole sono semplici: per ogni etichetta, un’opera d’arte. Il numero di bottiglie prodotte deve essere rigorosamente riportato, ogni etichetta deve poi essere numerata e attaccata a mano, una ad una, con colla a freddo. La tiratura corrisponde al numero delle bottiglie prodotte e le prime cento sono firmate dall’Artista. Abiti su misura solo per annate eccellenti: dal 1989, con la presentazione del Barolo Villero Riserva 1982, l’etichetta d’Autore viene dedicata esclusivamente al vino di questo grande vigneto.